Caffè filosofico: Identita etiche ed equivoci politici
La mia casa di Amatrice è inagibile. Non è la mia prima casa quindi un posto dove andare ce l’ho.
Ma posso assicurare che a NESSUN amatriciano sentirete dire che bisogna cacciare gli immigrati dagli alberghi per metterci i terremotati.
Primo perché per chi ha vissuto un dramma così la solidarietà è un sentimento molto forte – specie se sei vivo solo grazie a chi ti ha aiutato. E uno che scappa dalla guerra lo senti un pò un tuo simile.
Secondo perché a Amatrice era ospitato un gruppo di richiedenti asilo a cui tutti si erano affezionati – si, si possono percepire gli immigrati come parte della comunità.
E perché l’altra notte erano anche loro a scavare e perché anche qualcuno di loro sta sotto le macerie.
Quindi grazie lo stesso e accoglienza per TUTTI quelli che hanno bisogno, senza “noi” e “loro”.
Francesca Spada
Prendendo spunto da questo post su Facebook, padre Rafael Pascual L.C., già decano della facoltà di filosofia dell’ateneo pontificio Regina Apoltolurum ha dato vita a quello che secondo Guido Traversa, professore di filosofia morale presso l’Università Europea di Roma, è stato il più bello e ben riuscito dei “caffè filosofici” mai svolti.
Molto sentito è stato sopratutto l’intervento di Don Fabio, parroco di Cittareale, che ha rivissuto con i presenti le ore successive al terremoto: scavare, comunicare brutte notizie, confortare.
Presenti anche una delegazione di Urbe e di IsraAid che hanno dato un contributo al successo dell’evento.